Ho con me i negativi sviluppati dopo la prima sessione con lo Spinner Dolphine 360° di Lomography.
Purtroppo la parola dominante è delusione. Ma che vuoi: se hai una LOMO, qualche metro di film lo devi sacrificare.

Ho scattato in interno, con una adeguata illuminazione artificiale fredda, usando sia una pellicola da 400 ISO che una da 800 ISO (pellicole scadute da qualche mese):

  • Fujifilm Superia X-Tra 400 ISO con impostazione “nuvole
  • Fujifilm Fujicolor Professional PRO 800Z con impostazione “nuvole” e “sole

Entrambi i film sono risultati fortemente sotto esposti (il 400 ISO addirittura sembrava nuovo, mai impressionato).

Questo ha comportato che su 2 rullini da 36 pose, sia riuscito a recuperare solo quei panorami che sono stati scattati con l’800 ISO e con il diaframma più aperto (impostazione “nuvole“) e per altro con i soggetti nella posizione di maggiore illuminazione.
E quando dico recuperare, significa che ho dovuto tirare fuori con le pinze dalle ombre a forza di ritocchi i soli dettagli principali.

Ma questa esperienza è stata istruttiva. Ed è per questo che ve la riassumo qui.
Ecco intanto i miei suggerimenti per la scelta delle pellicole da abbinare allo Spinner 360°.

  • Le pellicole scadute vanno più che bene: la camera non certo  può garantirvi dettagli e colori. Ed è proprio questo il suo bello.
  • in interni ma adeguatamente illuminati: 800 ISO “nuvole“.
  • in interni scarsamente illuminati: 800 ISO “nuvole” ma con rotazione manuale.
  • in esterni al sole: 400 ISO “sole“.
  • in esterni soleggiati ma in ombra: 400 ISO “nuvole” oppure 800 ISO “sole“.
  • in esterni in ombra o con cielo coperto: 800 ISO “nuvole“.
Nel dubbio, tendete a sovraesporre, e quindi a salire di un livello: da sole a nuvole, o da 400 ISO nuvole a 800 ISO sole. E così via.
Se aveste un esposimetro esterno, sarebbe perfetto.
Il “sole” corrisponde a F16, mentre “nuvole” corrisponde a F8. Mentre per i tempi siamo circa a 1/200 di secondo (media).
Ho tagliato la striscia di film in corrispondenza dei vari scatti. 
La lunghezza di un panorama di (oltre) 360° è di circa 17cm ed occupa normalmente quattro fotogrammi.
L’ho montata sul DigitaLIZA e l’ho scansionata con il mio scanner HP ScanJet G2710 (qui le mie osservazioni in merito).
Purtroppo per l’illuminatore troppo piccolo che ha in dotazione il mio scanner, ho divuto produrre ben due file.
Visto che sto sperimentando, mi sono accontentato di files TIFF da 300dpi a 8bit per canale: ho prodotto in questo modo due files da 25MB
Dopo numerosi tentativi, ho dovuto impostare lo scanner a comportarsi come se dovesse scansionare dei film positivi: in alternativa il software di scansione inserisce autonomamente tutta una serie di post-elaborazioni distruttive. Non solo: tende a tagliare l’immagine, quindi meglio sempre passare da una anteprima.
Mi sono organizzato sul computer in questo modo: nella nuova certella “LOMO Spinner 360“, ho messo una cartella per data: in questo caso “LOMO Spinner\2010-10-29\“.
Ogni scansione l’ho nominata in questo modo: “Scansione Film001 – F05F06.tif“, giusto per indicare il numero del rullino ed i fotogrammi scansionati.
I files sono passati a Photoshop. Le due immagini sembrano uguali, ma purtroppo una è leggermente più chiara dell’altra: e questo creerà numerosi problemi in fase di montaggio.
Ho creato un nuovo documento RGB a 16bit per canale della dimensione adeguata, ho importato le due immagini come layer separati e li ho sovrapposti (uno di questi è stato reso semi-trasparente per facilitarmi il compito). Utilizzando i markers  e gli sprockets del film la sovrapposizione delle foto è stata semplicissima.
Alla fine dell’operazione, basta rendere opachi tutti i layer, ritagliare i bordi, ed invertire l’immagine (un layer per volta).
A questo punto di cominciano a vedere i primi risultati ma anche i primi problemi: l’immagine è fortemente sottoesposta. L’azzurro è tipico della scansione dei negativi. Normalmente un buon software di scansione dovrebbe poter correggere il bilanciamento del bianco in automatico, ma io preferisco operare manualmente. E’ una immagine veramente difficile e scarsa, dovuta alla pessima scelta della pellicola, ma anche alle condizioni ambientali.

Ma la cosa più preoccupante è che, con un semplice zoom in prossimità della giunzione, si evidenzia la differenza di tonalità tra i due livelli affiancati (tra le due immagini scansionate separatamente).
Il livello a destra è leggermente più chiaro di quello di sinistra, e si nota una riga nel mezzo: la colpa è dello scanner, che mi ha costretto a scansionare due immagini separate. Può sembrare una piccola differenza, ma nel momento in cui dovrò bilanciare il bianco e aumentare i mezzi toni e le alte luci, questa sarà ancora più enfatizzata.
Così aggiungo un filtro per correggere i livelli della sola immagine di destra (il layer più in basso nello stack, il backgound nel mio caso): mi basta scurire leggermente l’immagine per annullare la differenza e rendere invisibile la riga verticale di separazione.
Fortunatamente non ho bisogno di toccare le dominati di colore: in questo caso diventa necessario fissare due marker di colore nelle due immagini, in una zona che deve per forza risultare uguale in entrambi i lati, e correggere un canale RGB per volta.
A questo punto posso aggiungere un altro layer per la modifica dei livelli in testa alla pila (sopra le due immagini), per bilanciare il bianco, e schiarire leggermente tutta l’immagine: il risultato è appena sufficiente: devo aumentare di parecchio i toni, e viene fuori una grana davvero fastidiosa (ovvio, aumentando artificialmente l’esposizione di almeno 4 stop!)

Per altro la foto fa vedere zone con luce di colore differente, per cui dominanti verdi si alternano a dominanti azzurre e magenta. Il bilanciamento del bianco è impossibile: ma in fondo è una immagine LOMO…
Il fatto che i soggetto si leggano è un risultato importante, inatteso all’inizio del lavoro. Il fatto che la pellicola fosse scaduta è risultato irrilevante: anzi, la fortuna di avere un film professionale mi ha permesso si salvare il salvabile. Quasi quasi mi dispiace di non avere zone fortemente alterate nel colore.
Purtroppo mancano moltissime frequenze nello spettro colore di questa immagine: basta dare una occhiata all’istogramma per vedere quanto questo sia frastagliato. Nemmeno l’interpolazione di Photoshop può fare molto, e mancano interi pezzi di tonalità. Questo comporta che le sfumature sono poche e brusche.
La correzione ha comunque distribuito i toni restanti su tutto lo spettro, per cui nell’immagine si trovano sia alte luci che ombre.
Ma si sa, io e Photoshop abbiamo qualche dissapore: quindi decido di passare il tutto a Lightroom. Il file PSD pesa solo 150MB, per cui mi posso permettere di lavorare direttamente su questo:
In Lightroom apro un po’ le mezze luci, aumento leggermente l’esposizione ma soprattutto tolgo un po’ di rumore, sia in colore che in luminanza (molto più comodo che lavorare con un layer ottenuto dal filtro passa alto in Photoshop): l’immagine risulta così più liscia anche se meno dettagliata. L’istogrammma mi si riempie, anche se sono presenti i picchi singoli tipici del disturbo elettrico dell’RGB.
Esporto il tutto in JPG (per l’archivio: 1503×300 pixel, per la stampa in bassa 7517×1500 pixel) ed in TIFF (per la stampa in alta: 8118×1620 pixel, che è la dimensione originale).
Questo mi consola: il file è sufficientemente grande: se avessi scansionato a 2400 dpi e a 16 bit per canale, ora potrei tappezzare la muraglia cinese con un poster!
Da notare come il braccio del fotografo si sia spostato durante la rotazione della camera, e nonostante tutto non sia risultato mosso.

PS: ringrazio i miei colleghi ed amici, che sono stati gentili da prestarsi all’esperimento, E ancora più gentili da permettermi di pubblicare queste immagini. Almeno fino alla loro richiesta dei diritti.

Quello che non sanno è che ripeterò l’esperimento con la pellicola giusta!

Una osservazione: la posizione di partenza della camera in fase di scatto è determinante: quello che inquadra per prima sarà distribuito sui due bordi: quindi bisogna darsi qualche regola di composizione anche con lo Spinner.

[Aggiornamento:
ho cambiato scanner, e le cose sono diventate più semplici]