Ho trovato un’altra irresistibile occasione.

Buttata in un cesto di una grande catena di distribuzione c’era una Supersampler di Lomography (“la regina delle camere multilente“) con l’unica colpa di avere la confezione aperta e leggermente acciaccata.
Incollato sopra un prezzaccio.

L’ho ispezionata con cura. Sembrava tutto a posto.

Le confezioni della Lomography sono parte integrante del fascino di questi oggetti, e sarebbe stato veramente un peccato, nonostante lo sconto, portare a casa qualcosa che non avrei potuto rattoppare solo con un po’ di scotch.

In effetti ti rendi subito conto che probabilmente il valore economico della confezione è almeno pari a quello della macchina.

Oltre il cartone c’è una pesante scatola in plastica, la cui forma anticipa in qualche modo il contenuto, con il coperchio sagomato con l’impronta della macchinetta, che si intravede sotto la superficie satinata e semi-opaca. La mia è di uno strano colore tra il verde e l’azzurro (ne esistono in commercio di vari colori).

Di cosa si tratta: di una camera analogica 35mm con 4 obiettivi!.

Nella scatola, inoltre, si trova un rullino ed un bel libretto pieno di fotografie a cui ispirarsi.

Ma andiamo con ordine:
questa macchina, con un unico scatto, è in grado di produrre quattro immagini panoramiche che vanno a riempire un normale fotogramma 35mm. In sostanza nello spazio di una normale foto, ce ne vanno a finire 4, prese in momenti diversi.

Il risultato del mio primo esperimento è il seguente:

Al parco con la LOMO

Quattro frame che descrivono l’azione di sue secondi.

Ogni obiettivo è costituito da una lente panoramica da 20mm in plastica.
Il diaframma è fisso, molto chiuso (non riesco a capire quanto): la distanza di messa a fuoco va da 30cm ad infinito.

La cosa interessante sono i tempi di scatto, che per questa camera assumono un significato speciale. Due possibilità: scattare 4 panorami (nello stesso fotogramma) in 0,2 secondi (cioè una foto ogni 1/20 di secondi), oppure 4 foto in 2 secondi (cioè una foto ogni 1/2 secondo).

La foto in alto è stata scattata, quindi, con un tempo totale pari a di 2 secondi.

Ma come funziona nella pratica?

La macchina è dotata di una cordicella (a cui è legato un anello di gomma). Si tira la cordicella e si fa avanzare il rullino. Quando, in una finestrella tonda, “si passa dal rosso al verde”, l’otturatore risulta armato.
Quando si scatta, la cordicella rientra lentamente, azionando un meccanismo a molla che garantisce le durate dello scatto descritte poco sopra.
Ed avanza anche il contapose.

In pratica l’otturatore di questa camera “scorre” aprendosi e chiudendosi in sequenza in corrispondenza dei quattro obiettivi.

La camera è molto piccola, ha il pulsante di scatto su uno dei lati corti, e può quindi essere maneggiata facilmente: d’altra parte manca il mirino (c’è una finestrella di gomma rettangolare che sporge da uno dei lati della camera, ma è inutilizzabile, oltre che precaria). C’è in effetti da prenderci un po’ la mano…

L’invito è proprio di scattare in piena libertà, veramente senza pensare, senza nemmeno darsi la pena di cercare una qualche precisa inquadratura: molto ad occhio, direi…
A patto di montare una pellicola della sensibilità adeguata.

Al parco con la LOMONella confezione si trova un film da 200 ISO, ma è utilizzabile solo in pieno sole su una spiaggia bianca…
Molto meglio attrezzarsi con un 800 ISO e scattare all’aperto durante una giornata luminosa: anche alcune nuvole, infatti, potrebbero creare qualche problema.


Questo limita l’uso della camera, ma le soddisfazioni sono comunque notevoli: davanti ad uno scatto riuscito tutte le perplessità spariscono.
E l’effetto sorpresa, in questo caso, è veramente amplificato: raramente di riesce a capire quale sia il fotogramma inquadrato, ma per fortuna l’angolo di campo è ampio.

La foto al lato è stata scattata con una pellicola Kodak Ultramax 400: le zone in ombra risultano fortemente sotto esposte, mentre quelle al sole risultano corrette. In verità non avevo previsto di inquadrare l’area a sinistra, ma un gruppo di oche sulle destra.

La forte vignettatura, che ovviamente fa parte del fascino intrinseco di queste camere, si fa notare: ecco perché meglio sovraesporre.



Qualche altra considerazione: la camera è compatta, ma le parti meccaniche non sembrano molto robuste, soprattutto nei piccoli meccanismi. Di conseguenza va maneggiata con delicatezza. Soprattutto il cordino non deve essere strattonato, ma tirato con delicatezza.

Una volta premuto il pulsante di scatto, si sente la molla che lavora ed il cordino che si riavvolge e la che macchina vibra leggermente facendo lavorare l’otturatore: una sensazione per altro interessante anche se strana.

Una volta terminato il film, questo va riavvolto, come con una normale compatta 35mm.
Lo sviluppo è quello standard, ma la mia esperienza mi obbliga a suggerire alcune accortezze:

Potete certamente sviluppare e stampare le foto in un normale laboratorio, ma verificate sempre la correttezza del lavoro: che siano in affetti state stampate tutte le foto, e che il film sia stato adeguatamente tagliato.

Oppure potete scansionarle con un qualsiasi scanner da pellicola 35mm: io consiglio di farvi sviluppare il rullino in striscia, non tagliato. Nel mio caso la posizione dei fotogrammi impressionati non era molto regolare: alcuni più lontani, alcuni addirittura sovrapposti.
L’avanzamento del film è legato non solo a quanto il cordino viene tirato, ma anche alla “fluidità” con cui questo rientra nella macchina: il meccanismo, ingegnoso, non è precisissimo.

Meglio quindi specificare al laboratorio che si tratta di una film non del tutto “normale”, e di avere qualche accortezza in più.

Al parco con la LOMO

Un accenno a qualche tips: questa macchina scatta con tempi sufficientemente veloci e per questo non si lascia intimidire dai soggetti in movimento, oppure dal fatto che siate voi a muovere la camera durante la fase di scatto: in poche parole la Supersampler vi invita al “mosso”: i risultati saranno sorprendenti.

Ho scattato camminando, guidando (non fatelo!). Ho scattato con soggetti che si muovo verso di me, oppure che attraversano il mio campo visivo in modo trasversale.

E’ importante, infatti, che le quattro foto panoramiche risultino in qualche modo differenti tra loro: per cui anche la realizzazione di un paesaggio “statico” deve essere fatto in modo creativo: magari spostando o ruotando la camera mentre si scatta un immagine di 2 secondi.

Al parco con la LOMO

Il divertimento è tanto. Come la soddisfazione.
Qui trovate un gruppo su Flickr con tante belle immagini.