Ho chiamato un investigatore molto speciale, per investigare su una questione che attanaglia tutti i fotografi: la nitidezza in una foto ed il micromosso.

Si spendono migliaia di euro per lenti sempre più precise e sofisticate, ma purtroppo spesso le nostre immagini non sono così come ce le aspettiamo: sono poco nitide, quasi leggermente fuori fuoco, ed i dettagli, soprattutto quelli più piccoli, confusi.

Qui in basso ci sono 4 scatti (apparentemente) uguali del mio amico investigatore.

Ho scelto di impostare la mia Nikon D300 a 200 ISO (sensibilità nativa) per evitare il rumore elettrico.
L’obiettivo utilizzato è un vecchio ma glorioso 105mm micro: ho pulito accuratamente le lenti ed ho messo a fuoco manualmente.
Il soggetto è alto meno di 5cm, per cui sono stato obbligato a chiudere il diaframma: f/18 per avere certamente a fuoco occhi e berretto.
Ovviamente i tempi sono lunghi: 0,6 sec: il cavalletto è obbligatorio.

Insomma, mi sono messo nelle condizioni ottimali per ottenere una immagine nitida (anche se sarebbe stato meglio il diaframma a f/9 invece che a f/18). I files originali, leggermente croppati, misurano 2000 x 3000 px.

In cosa si differenziano i 4 scatti?

  1. Il primo (alto a sinistra) è un semplice scatto con il cavalletto, premendo il pulsante a mano
  2. Per il secondo (alto a destra) ho utilizzato il cavalletto ed un comando di scatto a distanza, con il filo.
  3. Per il terzo (in basso a sinistra) ho utilizzato il cavalletto e la funzione di “scatto ritardato”, con la quale lo specchio viene alzato circa un secondo prima di scattare la foto.
  4. Per il quardo ho usato il massimo delle accortezze: cavalletto, la funzione di “scatto ritardato” ed anche il comando di scatto a distanza.

Il comando di scatto a distanza è facilmente reperibile: quello in mio possesso è molto semplice, perchè non permette nessuna altra regolazione se non il click. Se ne trovano molti dalla Cina, perfettamente compatibili con Nikon e Canon, per pochi euro.

Ed in effetti se si zoomano le 4 foto si capisce che la nitidezza delle immagini non è la stessa.

Che cosa è e da cosa dipende il micromosso?

  • Si tratta del mosso dovuto a piccole vibrazioni, in genere attribuibili al fotografo. Sono movimenti ad alta frequenza, i cui effetti si notano, in generale, quando si ingrandisce l’immagine.
  • Responsabili del micromosso possono essere il movimento dello specchio in una reflex, che la fa vibrare al momento dello scatto. Oppure la pressione del dito sul pulsante di scatto, che spinge la camera verso il basso. Ma anche la respirazione del fotografo, o il suo battito cardiaco. O semplicemente i tempi di scatto non proprio adeguati.
Ci sono molte tecniche per evitarlo (anche qui ed anche qui):
  • stringere per bene la camera tra le mani (ci sono varie impugnature)
  • posizionare le punte dei piedi leggermente all’esterno
  • avvicinare i gomiti ai fianchi
  • appoggiare l’occhio sull’oculare del mirino ottico (3°appoggio naturale)
  • trovare qualsiasi appoggio naturale nell’ambiente che ci circonda (un tavolo, una parete etc.)
  • rimanere in apnea per 2/3 sec.
  • scattare con tempi non inferiori all’inverso della focale (ad esempio, se si scatta con un 200mm è necessario utilizzare tempi più brevi di 1/200 di secondo)
Qui un video (fatemi sapere se non vi funziona…):

In genere un cavalletto risolve gran parte dei problemi. E lo scatto a distanza elimina l’interazione diretta del fotografo con la camera, che quindi non viene toccata e rimane isolata.

Ma se si usa una reflex, è determinante evitare la vibrazione per il sollevamento dello specchio. Tutte le camere hanno una funzione apposita: meglio andare a scovarla e impostarla su qualche pulsante funzione ad accesso rapido: si preme il pulsante di scatto, viene alzato lo specchio, e solo dopo un secondo, quando le vibrazioni indotte dal meccanismo si sono assorbite, viene aperto l’otturatore.

Guardate le ultime 2 foto e giudicate voi stessi la differenza.

Ultima considerazione: esistono in commercio obiettivi con stabilizzatore. Sono molto buoni quelli con lo stabilizzatore ottico nell’obiettivo. Da evitare gli stabilizzatori digitali, che non fanno altro che applicare un filtro ad una immagine poco nitida in partenza. Ma gli stabilizzatori, per quanto utili e diffusissimi, un po’ di dettagli li sacrificano lo stesso.

A voi le conclusioni.