TG1 del 29 settembre delle 20:00.
A metà telegiornale (ma vale ancora la regole che le notizie si danno in ordine di importanza?): un ragazzo ha comprato una batteria cinese per il suo telefonino da 500 e passa euro.
L’ha comprata a pochissimi euro (coerente, il ragazzo, eh?).
Un affarone. L’ha comprata su Internet.
E’ esplosa.
Ha rischiato faccia e vista.

Il cronista fa un salto al bar sotto casa. Intervista alcuni ragazzini sbarbatelli.
Lui non compra mai da Internet. Si sa che è sempre così. Solo fregature.

Ma che centra Internet: forse mi sono perso qualcosa?

Intervista la sua amica: lei ha comprato da Internet.
Una imitazione dell’iPod.
Lo ha pagato meno di un terzo.
Funziona benissimo.
Ma sa che deve stare attenta, e dispensa un ottimo consiglio: “comprate le contraffazioni su Internet, ma usatele con cautela, non si sa mai”.

Ancora Internet. Fine del servizio.
Del TG1. Quello delle 20:00.

Cavolo, così sono buono pure io.
Hanno dato la colpa ad Internet.
Dov’è il servizi pubblico, qui.

Non è che ti viene in mente che una batteria che costa 2 euro magari non è sicura, anche se la compri sotto casa. Nooo.
Non è che ti viene in mente che su Internet si può comprare di tutto, e non solo cineserie. Nooo.
Non è che ti viene in mente di intervistare un esperto che possa spiegare come distinguere una batteria certificata da un tarocco. Nooo.
Non è che ti viene in mente di intervistare un esperto che ti consiglia come verificare un sito di e-commerce serio da uno tarocco. Nooo.
Non è che ti viene in mente che la signorina non sta dando proprio un buon consiglio. Nooo.
Non è che ti viene in mente che se vuoi usufruire delle nuove tecnologie, è meglio che ti dai una svegliata. Noooo.

Io su Internet compro quasi tutto.
Tutte le volte che ho preso una fregatura è stata per colpa mia: disattenzione, superficialità e fretta.
E la mia batteria originale comprata dalla Nokia  mi è esplosa nei pantaloni alcuni mesi fa (vi risparmio i dettagli).
Io però, al TG1, non credo ci sarei andato.