Alba sulle colline della Val D'OrciaParliamo di linee.
Quelle che, anche se non lo volete, vi ritrovate nella vostra foto.
Quelle che guidano lo sguardo verso il soggetto. Quelle che possono determinare equilibrio ed armonia.
O rovinarvi la giornata.
Parliamo di linee, appunto.

Quel’è la linea che più frequentemente vi ritrovate a scattare?
Quella orizzontale: colpa dell’orizzonte, che non cambia mai inclinazione… Certo, potete sempre ruotare la macchina, ma vedere un lago o il profilo del mare che pende, è sempre spiacevole.

Quindi, prima di tutto, se la linea deve essere orizzontale, che lo sia.
Dotatevi di una bolla, se serve, o raddrizzate le foto in post-produzione.
L’orizzonte o è fortemente inclinato, a ribadire che è una scelta del fotografo, oppure deve essere perfettamente dritto orizzontale.

Un tramonto sotto nere nuvoleEd ecco la prima regola: non mettete mai l’orizzonte (soprattutto se è l’unica linea presente) al centro della foto, a dividerla a metà.
L’immagine risultarebbe troppo regolare: lo sguardo si perderebbe, in cerca dell’elemento principale.

Mettete la linea o nella metà superiore, o nella metà inferiore: dipende da cosa volete far vedere all’osservatore.
Se fotografate un mare al tramonto, decidete voi se sono più importanti le nuvole o le onde del mare.

La posizione ideale è ad 1/3 dal bordo.
Ma ci possono essere le eccezioni.
Se ci sono soggetti che si riflettono, ad esempio alberi in un lago, allora potete provare ad inserire la linea al centro. E’ importante però che la foto rimanga sempre equilibrata.

Ponte vecchio

Di conseguenza evitate cieli azzurri omogenei per ampie porzioni di foto: se non c’è nessuna nuvola, otterrete una immagine sbilanciata e povera di informazioni. Stesso discorso per le distese sconfinate di erba o di cemento: fate in modo che ci siano sempre elementi  a dare peso ad una porzione di foto che altrimenti sarebbe vuota. Elementi tali da equilibrare, ma non distrarre dal soggetto principale.

Alberi a Villa Pisani - Stra

Discorso analogo con le linee verticali: evitate di metterle al centro della foto, scegliete un lato. Anche queste ad 1/3 dal bordo.
E se proprio avete dei dubbi, inlinate la camera, ed ottenete una linea diagonale.

Rametto

Sulle linee diagonali e curve, infatti, c’è maggiore libertà: sono di per sè dinamiche, ma hanno il compito fondamentale di guidare lo sguardo dell’osservatore.

Stanno bene un po’ ovunque, purché ci sia equilibrio e portino l’occhio verso il soggetto, senza distrazioni.

Spiaggia chimica - Rosignano Solvay - Chemical BeachMagari, per le linee ad “S”, fatele partire dagli angoli in basso, a destra o a sinistra, per fare attraversare tutta l’immagine.

Nell’immagine al lato, la linea della spiaggia conduce fino al tronco, che è comunque un elemento forte in una immagine semplice.
Il rottame sulla sinistra contribuisce a bilanciare la scena.

Una linea curva può essere anche approssimata da elementi architettonici:  la scala della foto può essere equiparata ad una linea curva che guida l’occhio verso il lucernario.

PoppiE’ importante per questo saper individuare le linee di ogni immagine, e saperle interpretare. Ma soprattutto è importante determinarne l’importanza.

Ad esempio, se ci sono linee cha vanno tutte nella stessa direzione, tranne una, sarà quella la linea principale. Oppure se tutte le linee sono dello stesso colore tranne una, sarà quella a catturare l’occhio e a guidare l’osservatore.
Queste linee, se non sono importanti per la composizione, vanno evitate.

Esiste infatti il concreto rischio che alcune linee possano ingannare e disturbare. Ed io le chiamo linee storte: cioè tutte quelle linee che non dovrebbero essere così, o non dovrebbero essere lì.
E questo rischi si ha soprattuto nelle foto di architettura: purtroppo i grandangoli rendono le linee cadenti, e le linee verticali diventano inclinate a convergere per l’effetto della distorsione.

San GalganoPer un grattacielo va bene: le dimensioni e la prospettiva fanno si che lo vediamo con un profilo a linee oblique: ma un normale edificio no: vi invito a raddrizzare le linee cadenti degli edifici, e purtroppo, se non avete un obiettivo basculante, dovete farlo al computer in posto produzione.

D’altra parte le linee oblique  possono dare maggiore enfasi all’immagine. Anche maggiore drammaticità. Nella foto al lato la facciata dell’abbazia di San Galgano sembra molto più imponente di quanto non sia nella realtà.


Detto questo, però, evitate di fare foto banali. Le regole della composizione aiutano, sfruttando alcuni meccanismo percettivi della mente e dell’occhio umano, ma rischiamo di appiattire  risultati.
Casentino
Nella foto a destra, linee orizzontali e verticali sono state rese diagonali per dare maggiore dinamismo alla foto. Il cespuglio a destra equilibra i toni scuri della finestra rotta a sinistra. L’immagine nel complesso è equilibrata.



Nella foto in basso, l’orizzonte è al centro. Ma non è l’unica linea presente. La strada disegna una linea curva, ed è quella che guida l’occhio. Ma c’è un’altra linea curva dello sterrato in primo piano, che equilibria la prima. E le nuvole, che danno un contributo prezioso: equilibrano l’immagine nella parte alta e disegnano anche loro una linea diagonale, che divide il cielo in due.

Verso Gallipoli
Vi invito a fare questo esercizio piuttosto facile: guardate una foto. Se vi piace, analizzatene le linee. Nella maggior parte dei casi troverete corrispondenza con qualcuna di queste regole.
Viceversa, se la foto non vi piace, analizzatene le linee lo stesso.
E’ il modo migliore per comprendere un meccanismo di percezione che ormai, in noi, è inconscio.
Date un occhio anche qui.