Dopo aver giocato con lo Spinner Dolphine 360°, ed aver ritirato un paio di rullini sviluppati dal laboratorio, è il momento di scartare il DigitaLIZA. Tutto, ovviamente, di Lomography.

Che cosa è: è un telaio in grado di sostenere una pellicola standard da 35mm, in modo da poterla scansionare su uno scanner piano.

Il grande valore aggiunto di questo giocattolo è che è in grado di farti scansionare anche gli sprockets, cioè i fori della pellicola che si agganciano al cilindro di arrotolamento della camera.
Infatti. con lo Spinner Dolphine 360°, l’area intorno agli sprockets viene esposta, e diventa parte integrante della immagine finale.

Il meccanismo è semplice: si apre il telaio a libro, vi si piazza sotto la piastrina in acciaio, si appoggia la pellicola, si sovrappone il tampone magnetico, si chiude il telaio, e si rimuove tampone e piastrina. Il telaio è pronto, con la pellicola ben tirata.
Il telaio è in grado anche di montare una striscia di film intera, grazie alle sue guide. Davvero notevole. Consigliatissimo.

Ecco il DigitaLIZA pronto sul mio scanner: alcune indicazioni.

Gli scanner hanno spesso un alloggiamento per negativi e diapositive (generalmente nel coperchio oppure sono dotati di telai specifici TMA).

In ogni caso è necessario che abbiano almeno l’illuminatore (questo normalmente è sul coperchio: nella mia foto si vede piccolino e acceso).

Questo significa che ci vogliono scanner dedicati: non tutti gli scanner piani vanno bene.
Nel mio caso sono stato costretto a togliere la mascherina TMA in dotazione, che era parte integrante dell’illuminatore, perché di fatto mi interessa sfruttare solo la luce che viene dall’alto (il telaio per il film è già appoggiato sul vetro).

Primo problema: la dimensione dell’illuminatore è più piccola di quella del telaio DigitaLIZA: questo significa che per scansionare una immagine di 360° devo almeno fare due scansioni (e questo sarà un bel problema).

Secondo problema: se non piazzo il DigitaLIZA in modo perfetto sul vetro, la scansione risulterà tagliata o storta. E per altro sarà scansionata in condizioni di illuminazione differenti. Sono stato costretto, armato di pennarello, a segnare delle linee guida sui bordi dello scanner, in corrispondenza delle tacche di misurazione.

Ho tagliato la striscia di film in corrispondenza dei vari scatti.
La lunghezza di un panorama di oltre 360° è di circa 17cm ed occupa normalmente quattro fotogrammi.

Visto che sto sperimentando, mi sono accontentato di files TIFF da 300dpi a 8bit per canale: ho prodotto in questo modo due files da 25MB (a regime meglio scansionare a 16bit).

Dopo numerosi tentativi, ho dovuto impostare lo scanner a comportarsi come se dovesse scansionare dei film positivi: in alternativa il software di scansione inserisce autonomamente tutta una serie di post-elaborazioni distruttive.

Nel prossimo post la mia prima esperienza nello scansionare il mio primo panorama…

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