Tu stai leggendo un libro.
Sei a metà.
Il libro scorre bene, non è un capolavoro, ma riesce a tenere alto il tuo livello di interesse.

Ci sono molti personaggi: sette bambine sordomute ostaggio di tre sequestratori. Una task force tra polizia locale, polizia federale e squadre speciali. Decine di giornalisti. Procuratori. Avvocati. E tante comparse.
Non è mica facile tenere il conto di tutti.

C’è poi il negoziatore protagonista un po’ oscuro.
Il poliziotto zelante in preda a crisi morali.
Arriva ad un certo punto anche una agente donna con le carte in regola per sparigliare il tavolo.
Gli ingredienti ci sono tutti.

Sono tanti, e spesso non ricordi come si chiama quel personaggio lì o quel posto là.
Ma non importa.

E tu l’ambientazione, nella tua testa, ormai l’hai costruita.
Luoghi, condizioni atmosferiche. Luci. Tempi.

L’aspetto dei protagonisti è definito pure, e vai avanti con la storia quasi uno storyboard cinematografico: ti immagini addirittura già in sala davanti allo schermo (ormai tutti questi libri sembrano delle sceneggiature pronte all’uso).

Arthur è un po’ grassottello, camicia chiara e vestito scuro un po’ cadente. Aria burbera ed un po’ trascurata. Ma molto autorevole.

Budd ha la divisa chiara, ed un cappello a falde larghe tipica dei poliziotti nei film americani degli anni ’80: mi ricorda Rosco Coltrane alla caccia dei fratelli Duke. Ma più efficace.

Angie è bionda, capelli lisci, occhi chiari, fisico slanciato: pantaloni eleganti e maniche di camicia, con pistola e distintivo alla cintura. Sarà anche per la canzone dei Rolling Stones, sarà che sto guardando Fringe e Olivia (Anna Torv) è proprio carina, ma Angie deve essere professionale e seducente. Elegante e decisa. Molto bella.

E poi che ti fa quel mattacchione di Budd: fa un apprezzamento non richiesto su Angie (ma che fa, ci prova in mezzo ad una crisi con ostaggi?) e lei ammette che qualche anno prima faceva la controfigura ad Isabella Rossellini! Ci assomiglia così tanto!

Ma come: ci ho messo 200 pagine a costruirmi la mia Angie, e poi arrivi tu e mi sbatti in copertina la Rossellini? Che me la immagino piccola, con i capelli corti, non più giovane e con una voce monotóna.
Non funziona!

Che io, a quelli a cui piace la Rossellini, dovrei proprio chiedergli perché!

E adesso? Tutte le volte che appare sulla scena Angie, vivo un conflitto. E le due immagini si danno spintoni come due attricette che aspirano alla parte di comprotagoniste in una opera off-broadway.

E bravo Deaver.
Almeno dimmelo prima.
Così mi ammazzi la parte creativa.
E la cosa mi distrae: tensione e concentrazione sono calate e  stai mettendo a rischio la vita di sette bambine per una tua personale cotta giovanile!

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