Ci sono due cose che ho imparato ad odiare durante queste feste.

Ero in auto con alcuni colleghi.
Segnale di ricezione SMS.
Leggo un massaggio di auguri: faceva riferimento al mio invito all’ottimismo, al fare della qualità uno stile di vita in barba ad ogni strategia alternativa.
Un augurio, un ringraziamento ed un invito insieme.
Finalmente qualcosa di positivo e condivisibile.
C’era anche un “...come dici sempre tu…” che quasi mi ha inorgoglito.
Non ho fatto caso che nel frattempo anche i miei colleghi avevano ricevuto un SMS.
Uno di loro accenna qualcosa sull’ottimismo ed sul lavoro di qualità.
Quattro SMS uguali.
Ovviamente ricevuti in contemporanea.
Quattro auguri andati a vuoto.
Quattro magre figure (anche una certa mancanza di furbizia da parte del mittente).

Ecco.

Gli sms fotocopia spediti ad una cerchia ristretta di amici.
Personalizzati come fosse un oroscopo, che tanto sicuramente andranno bene a tutti.
Ammetto di averli usati anche io, in momenti di forte ritardo, ma devo anche ammettere che erano sms semplici, per la serie “auguri e basta”. Quasi quasi veniva il dubbio che fossero uguali per caso.
C’è un limite anche alle scorciatoie.
E comunque sono un spammer pentito.

E una.

Da qui

Apro la posta dopo una giornata di disconnessione (non capita mai…).
Molte decine di mail di auguri.
Non conosco nessuno.
Nome e cognome di illustri sconosciuti.
Via Facebook, sembra.
Approfondisco: un mio amico ha taggato tutti i suoi amici (me compreso) su una foto: un triste alberello di Natale che tanto mi ricorda i PCX degli anni 80.
Tutti coloro che sono stati taggati hanno ricevuto una mail. Anche gli amici degli amici.
Ogni commento a questa immagine, che ovviamente ha raccolto i ringraziamenti e gli auguri di rimbalzo, ha generato una mail a tutti gli amici e agli amici degli amici.
Un virus. Non so come altro definirlo.
Risultato: in questo mare di spam mi sono perso gli auguri autentici di un paio di amici veri che però hanno ceduto alla tentazione di utilizzare la mail di Facebook.

Ecco: il tagging incontrollato e massivo su Facebook.

Risultato: quest’anno da me pochi messaggi di auguri, a coloro che non sento mai, e che un po’ mi mancano, scritti uno ad uno. Visto che natale potrebbe essere un pretesto per farsi vivi.
Gli altri non ne hanno bisogno: lo sanno già.
In più le doverose risposte.

E due.

La qualità come stile di vita.
Auguri a tutti, nonostante tutto.

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