Devo spiegare ad un gruppo di studenti di un corso base di fotografia i principi della street photography.
Così, giusto per chiudere il corso in modo diverso.

In meno di due ore.

Mi sembra una bella iniziativa.
E ringrazio Giacomo per l’occasione e per la sua volontà di sponsorizzare un genere che amo molto.

E’ come con la musica:
queste persone hanno imparato che esistono sette note.
Hanno imparato a trovarle sulla tastiera del pianoforte o della chitarra.

Ora però hanno bisogno di ascoltare un po’ di musica. Con un orecchio diverso, più attrezzato.
E magari sceglieranno il genere che vorranno suonare in futuro: rock, pop, classica. Magari tutti insieme. O un mix di questi.

E io oggi farò ascoltare jazz.
Tanto jazz.

Arriva dagli Stati Uniti. 
Ma è la contaminazione delle tradizioni di tutti i popoli.
Ha un ritmo sincopato. 
Rompe le regole.
E’ figlio della improvvisazione. 
E’ difficile da interpretare.
Lo ami.
O lo odi.

Sembra che i musicisti cerchino di mettere ordine al caso.

La street photography è la ricerca di ordine nel caos.
La street photography è jazz.

Stasera si ascolterà tanto jazz.