Tutti i fotografi di strada hanno un occhio per i dettagli.

ComposizioneChe ci si trovi nella confusione di una piazza, o all’interno di un rumoroso centro commerciale, sono spesso in grado di individuare un semplice e comune oggetto e impregnarlo di un significato sempre nuovo.

Alcuni potrebbero chiamala “still life street photography“: una immagine che documenta in modo diverso le cose che compriamo, o vendiamo, le cose che spesso feticizziamo, consumiamo e gettiamo via.

Normalmente in questo genere di fotografia non compaiono le persone: nonostante ciò sono immagini dall’alto contenuto “umanistico”, perchè si concentrano sulle cose che usiamo quotidianamente, come veri o propri oggetti di scena nel teatro della vita nella strada, ma spesso raccontano una realtà molto più ampia e complessa.

Amsterdam - scarpe DSC_9007La percezione che abbiamo di questi oggetti fotografati in luoghi pubblici è sempre determinata da tutto ciò che li circonda, tanto che in strada la particolare combinazione di colori, di linee e di forme è spesso percepita più intensa del normale. Come dire: un oggetto per strada, colto nel modo corretto, acquisisce un valore diverso, più complesso. Racconta una storia.


Questo senso estetico è stato sintetizzato perfettamente dallo scrittore Carlos Williams, che dice: “no idea but in things“.
Traducendo: “Nessuna idea, se non nelle cose” (dalla poesia del 1944 “A sort of a song“).
Lui sosteneva che i poeti avrebbero dovuto abbandonare le forme poetiche tradizionali e gli inutili riferimenti letterari, per cercare di guardare il mondo in modo diretto, usando un linguaggio ed una forma appropriata al soggetto. Qualcuno disse che Williams aveva usato nelle sue opere “un linguaggio semplice, che perfino i cani e i gatti riuscivano a leggere“, con diverse e distinte inflessioni locali.

L'incoronatura del SUV
La frase “no idea but in things” sembra particolarmente adatta a questo genere di fotografia: se la pittura, o la scultura, o la musica “possono essere qualcosa“, la fotografia “deve essere di qualcosa“: e non importa quanto tenda all’astrazione, una fotografia è sempre una immagine creata per documentare il mondo reale.
Sta al fotografo decidere quanto e che tipo di onestà dare alle proprie immagini.

La cosa interessante delle immagini di street still -life è che fanno apparire ciò che in realtà non appare. Dicono più di quanto non sembri.

Eccetto frontistiAd esempio, un paio di scarpe abbandonate come quelle in alto (su un marciapiede ad Amstedam) potrebbero evocare una persona in qualche modo scomparsa.
Di chi sono le scarpe? Perchè sono state abbandonate? Forse adesso qualcuno cammina scalzo? Forse adesso qualcuno sta arrivando per prenderle? Come mai sono disposte così ordinatamente?

I fotografi tendono sempre a sollevare molti interrogativi, ma in genere non rispondono a nessuno di essi: ti obbligano ad accettare l’impossibilità di sapere tutto e soprattutto di vedere altro all’infuori del fotogramma.
Fa parte del gioco. E rimane anche il dubbio che le scarpe siano state messe apposta lì dal fotografo (no, lo giuro).

In una botte di ferro
Ci sono fotografi che ne hanno fatto un vero e proprio genere, come Richard Wentworth: per oltre venti anni ha collezionato immagini di oggetti ordinari abbandonati sulle strade intorno alla sua casa, magari oggetti alla fine della loro vita utile, e proprio per questi ricchi di contenuti.

A volte gli oggetti per strada compongono una casuale “scultura”, a volte raccontano la vita di un intero quartiere, a volte sono semplicemente fuori posto. A volte funzionano in termini di composizione o di colore. A volte fanno parte di un racconto più ampio. A volte sono semplicemente belli, o brutti, o strani. Ma sempre, sempre, sono oggetti normali.


Ma non dobbiamo sottovalutare anche i segnali stradali e i cartelloni pubblicitari.
O i graffiti: molti di questi sono arguti e divertenti, altri sono complesse sintesi delle relazioni tra sogni, segni e vita reale.

_DSC1809 - Per me no, grazie - 15Non credo di dover spiegare chi sono Walker Evans e Lee Friedlander: entrambi amavano fotografare i cartelloni pubblicitari, i segnali stradali, le insegne dei negozi, utilizzandoli spesso per creare giochi di parole, o in contrapposizione con agli altri elementi della scena.

Lee Friedlander poi, con le sue immagini caustiche e saturate, ha raccontato in modo perfetto la società del consumismo. Ma non solo: nel 2000 fotografava i finti fiori di ciliegio che ogni primavera addobbavano qualsiasi oggetto nelle vetrine di Tokyo, dai barattoli degli spalmabili ai computers. E poi dopo il 9/11 ha fotografato i prodotti alimentari venduti a New York e decorati con le bandiere americane per farli sembrare più patriottici.

San Gimignano - di tutto un po'Sono moltissimi i fotografi di strada attirati dalle vetrine, dai negozi ed in generale dai posti in cui si compra e si vende: non solo i normali negozi, che mettono in mostra i nostri desideri.
Ma anche e soprattutto i negozi di roba usata, in cui molta gente ha abbondonato i vecchi oggetti del desiderio per far posto a desideri e oggetti sempre nuovi: è possibile quasi individuare una vena di surrelismo in tutti coloro che amano gli oggetti recuperati al mercato delle pulci, o comprati sul marciapiede.


Altri sono attirati semplicemente dai manichini, che sembrano oscillare tra il mondo reale ed il mondo dei sogni.
Non c’è da meravigliarsi che Eugene Atget nella sua opera sembrasse ossessionato dai manichini nelle vetrine di Parigi.
Per non parlare della strana attrazione nei confronti dei manichini privi di parti del corpo, ma perfettamente addobbati e colorati quasi dovessero prendere vita.

La fotografia di strada di tipo still-file è una opportunità importante: sono molti i fotografi che iniziano proprio da qui per rompere il ghiaccio con un genere non del tutto semplice: non è richiesta interazione con la gente. Non si rischia di disturbare qualcuno, e di sembrare eccessivamente inopportuni.

D’altro canto può aggiungere alle nostre “avventure visive”  nei luoghi pubblici nuova linfa: è un genere apparentemente facile, traboccante di humour. Ma rimane un genere dal forte contenuto umanistico, e come tale va affrontato.

Paura del buio?Durante una passeggiata nella nostra città, magari intorno al nostro quartiere, è facile catturare molte immagini  che sembrano quasi gli indizi per una misteriosa caccia al tesoro.
Muoviamoci lentamente, aspettiamo, avviciniamoci ed impariamo ad apprezzare le piccole cose, a volte insospettabili ed inaspettate.