Qual’è la prima fotografia di strada? Bella domanda.

Cercherò di rispondere, ma intanto è interessante capire quale sia stata la prima fotografia nella storia.
Se fate una ricerca trovate come riferimento Luis Daguerre, francese, che già dal 1824 faceva esperimenti per riuscire a fissare l’immagine ottenuta attraverso la camera oscura.
Il suo procedimento (la dagherrotipia) fu ufficializzato nel 1839, che quindi è considerato l’anno della nascita del processo fotografico.
Inutile dire che il signor Daguerre ha vissuto per il resto della sua vita con una pensione di tutto rispetto (ed ha ricevuto importanti onorificenze nel mondo) proprio grazie al suo brevetto.
In realtà le cose non stanno proprio proprio così. Guardate l’immagine in basso:
E’ una foto, ed è datata 1826.
E’ la vista dalla finestra dello studio sito in Borgogna di Nicéphore Niépce: a destra si vede il tetto del fienile, a sinistra la colombaia, e sullo sfondo un albero di pero (come, non lo avevate riconosciuto?) sotto un cielo limpido (l’immagine è invertita rispetto alla realtà).
Questa è di fatto la prima foto conosciuta della storia.
Nicéphore Niépce, che ha vissuto anche in Italia per molti anni, era decisamente benestante, aveva una mente curiosa, e si divertiva con il fratello a mettere insieme molti esperimenti scientifici.
L’immagine in alto è quella che lui chiamava un “sun drawing“, cioè un “disegno del sole“.
Purtroppo non ha avuto la stessa fortuna (ed intraprendenza) del connazionale Daguerre.
In ogni caso per tutto l’800 i processi fotografici rimasero particolarmente complessi e macchinosi.
I tempi di esposizione erano lunghissimi (a volte ore).
L’attrezzatura ingombrante (e pericolosa) ed i fotografi assomigliavano molto più a dei chimici che a degli artisti.

Non solo: produrre una immagine poteva diventare anche piuttosto costoso, quindi è difficile pensare che si potesse uscire per strada per immortalare “la quotidianità” e ” la normalità”.

Per cui le foto erano destinate ad immortalare i momenti importanti: gli archivi storici sono pieni di ritratti di celebrità o di signori che magari non potevano permettersi un dipinto, e di signore per lo più nude. Oppure paesaggi urbani (spesso commissionati dalle amministrazioni locali) che però risultavano puntualmente deserti a causa dei lunghi tempi di esposizione (le persone, in movimento, non si riusciva ad impressionarle). O anche immagini legate alla ricerca scientifica e medica in particolare.

Ma verso i primi del ‘900 le cose cominciano a cambiare: pochi e coraggiosi fotografi rompono alcune regole e cominciano ad andare in giro per le strade della loro città.

E la fotografia attua una rivoluzione.

Ma questa è un’altra storia.