Giovanni Allevi - Teatro Romano di FiesoleIl Teatro Romano di Fiesole ha un fascino unico.

Stare seduto sulle pietre delle antiche gradinate, in una limpida serata d’estate, con le colline fiorentine che fanno da quinte ed il profumo del timo e della menta delle siepi appena tagliate, sarebbe già sufficiente.

Se poi, al calar della sera, un pianoforte si anima sotto le mani di un talento come Giovanni Allevi, la serata non può che diventare memorabile.

Spalti pieni. Silenziosi: in apnea fino all’ultima nota di ogni pezzo.

Ci sono persone di tutte le età. Anche molti ragazzi con le magliette che inneggiano a semisconosciuti gruppi hard-rock-metal.

Giovanni, soliti jeans e maglietta, con gli occhiali che gli scivolano sul naso per il caldo, sembra proprio un alieno. Vola sulla tastiera.

Giovanni Allevi - Teatro Romano di FiesoleE introduce a modo suo la sua musica.
Quando racconta di Helena, un piccolo gioiello per la solo mano destra, dedicata ad una sua vecchia fan  che ha perso l’uso della mano sinistra per un incidente, cala sul Teatro una malinconia profonda e commovente.

E poi infila in un grande frullatore classica, blues, rock progressive e ballate pop. E poi te le serve con una facilità così disarmante che quasi quasi sembra facile pure a te.

Lui è così: o lo ami o lo odi.
La sua musica o ti piace o ti annoia.

Le note salgono limpide per il teatro: solo una cicala, verso la fine di Memory, si permette di rompere un’atmosfera perfetta.

Peccato che il tutto sia durato poco.
Troppo poco.