Non so il vostro ma il mio, ormai un ricordo sbiadito, ha il colore delle candele accese e il sapore del miele dei purcidduzzi di mia nonna e il profumo delle scorze di arance buttate nel fuoco.
E poi racconta della famiglia raccolta intorno al tavolo della cucina, a giocare a tombola, con i numeri che diventano il pretesto per la smorfia di mio nonno, che cambia ogni anno.
E poi le cartellate con la marmellata di melacotogna ed il vin cotto. E le pigne che scoppiettano al fuoco, che poi quando vai a tirare fuori i pinoli ti sporchi tutto di nero…
E poi i fagioli bianchi sulle cartelle della tombola. Ed il sacchetto coi i numeri che il nonno, se alla mamma gli manca il 32, lo affoga in fondo. Così non esce e vincono i bambini. E la mamma che fa finta di prendersela…
E poi il presepe, costruito per durare nonostante tutto. E luci di Natale, rassicuranti, che si intravedono dalla finestra quando rientri a casa la sera.
E poi quella cinquina, che vale 800 lire, e la tombola che addirittura ne vale 1000. Che poi se le vince la nonna, quelle mille lire le divide tra me e mio fratello. Che tanto lei, di monetine per la Chiesa, ce ne ha tante.
E poi i pacchetti con gli enormi fiocchi colorati nei cesti sotto l’albero, che quando li apri ci trovi le noci, ed i mandarini freschi. E i dobloni di cioccolata ormai informi.
Questo è il mio Natale. E lo dedico a chi vive ormai solo nei miei ricordi. E che in questi giorni mi manca davvero.
E spero che qualcuno di voi, almeno una volta, possa vivere un Natale come quelli che ho trascorso io.
Questo è il mio augurio. Buon Natale.
Ah, a proposito…