Finalmente è arrivato.
240 pagine. Un bel formato 28×25.
301 foto a colori ed in bianco e nero. 46 fotografi.
5 sezioni che sono, di fatto, vere e proprie lezioni di storia della fotografia e di fotografia di strada.
Un viaggio intorno al mondo, per altro.
I migliori streetpher (così sostengono con orgoglio gli autori) con la loro visione della vita quotidiana ad 1/125 di secondo. Scoperti in giro, anche nella rete.
Professionisti, membri della Magnum e illustri fotoamatori.
Street Photography Now di Sophie Howarth e Stephen McLaren
Editore: Thames Hudson (30 novembre 2010)
ISBN-10: 0500543933
ISBN-13: 978-0500543931
Penso che sia un titolo che ogni appassionato di fotografia di strada debba oggi possedere (purtroppo per ora si trova solo su Amazon).
Polly Braden |
Le mie aspettative sono state confermate.
Una pubblicazione molto ben fatta. Una fonte di ispirazione ed anche uno strumento per conoscere giovani talenti.Non si poteva che partire dal consiglio di Walker Evans: “Sostare, curiosare, ascoltare, origliare“, il “modo migliore di educare l’occhio“.
Frederic Lezmi |
Si sfiora addirittura Google Street View, per la serie siamo tutti fotografi di strada: “è sempre più difficile scattare una foto senza qualcuno nella foto che sta scattando una foto”, dice il fotografo Gus Powell.
Dei tre, la questione di ciò che rende i contenuti interessanti è probabilmente la più controversa.
La fotografia di strada è certamente una forma di documentario, ma, sostengono in molti, è decisamente poco e raramente considerata reportage, che racconta semplicemente una storia. A volte uno streetpher coglie qualcosa di veramente insolito: un volto straordinario, un incidente, o un crimine in divenire. Ma più spesso una buona fotografia di strada è notevole perché fa sembrare qualcosa di assolutamente normale estremamente straordinaria.
Narelle Autio |
Ma la street photography è tutt’altro che semplice: i fotografi che producono costantemente immagini interessanti, non lo fanno per caso: pazienza, perseveranza, competenza, gusto. E per ogni immagine ben riuscita, ci sono dietro moltissimi fallimenti. E se si approfondiscono i lavori dei fotografi presenti nel libro se ne ha la consapevolezza: veri e propri progetti, una coerenza nello stile e nella concettualità dei loro scatti.
Ma questi sono tempi difficili per i fotografi di strada: leggi sulla privacy e paura del terrorismo hanno creato un ambiente in cui a “guardare, curiosare, ascoltare o origliare” è considerato sempre più sospetto: per fortuna la maggior parte dei fotografi hanno semplicemente continuato a uscire e fare foto: la verità è che la fotografia ha sempre dovuto negoziare il suo posto accanto ai complessi costumi sociali.
Ma questi sono anche tempi entusiasmanti per la fotografia di strada. Come Joel Meyerowitz ha ammesso: “Il seme si sta diffondendo come un virus là fuori.”
splendida presentazione di un libro che mi incuriosisce!