In genere io sono quello che sta dietro la camera.
Ma ogni tanto, nonostante i miei sforzi, può capitare che qualcuno voglia (debba, direi) fotografarmi.

Allora mi tocca mettermi in posa.

Quante volte ho chiesto a qualcuno di mettersi in posa? L’ho sempre fatto con facilità.
Senza riflettere sul fatto che l’essere in posa può diventare una situazione piuttosto scomoda e tutt’altro che banale.

Così, istintivamente, guardo l’obiettivo e comincia in me uno strano processo di trasformazione, tutto a beneficio della Fotografia.
Non del fotografo, ma della Fotografia.

Vorrei avere l’aspetto di un tipo simpatico. Magari uno che sa il fatto suo, sicuro di sé.
Bello? Difficile. Ma con un carattere, una personalità si.

Ma la Fotografia é in grado di ritrarre gli aspetti morali di un soggetto?
Perché é evidentemente di questi che mi sto preoccupando.
Non certo della macchia di pappa sulla camicia, o della calvizie incipiente.

Allora penso che forse un grande fotografo, ed una grande Fotografia, sono solo quelli in grado di essere sottili, di ritrarre il “vero io” di un soggetto.
Non é un concetto nuovo, ma é necessario stare davanti all’obiettivo per intuirne il vero significato.

Bisogna mettersi in posa.

Così spero che dall’altra parte ci sia un grande ritrattista, in grado di fermare il “mio io” nel tempo, oltre i luoghi e le situazioni. Oltre gli sguardi di persone note ed ignote.

Provo una inquietudine strana, e nel contempo il desiderio che la mia “anima” venga riconosciuta e rispettata.
In fondo cosa cerco: solo una foto obiettiva.

Intanto, nel dubbio, tiro su la schiena, alzo lo sguardo ed accenno ad un sorriso che certo non é spontaneo. E forse non mi appartiene.

Mi metto in posa.

Roland Barthes dice che davanti all’obiettivo “… sono quello che credo di essere, quello che vorrei si creda io sia, quello che il fotografo crede io sia e quello di cui egli si serve per far mostra della sua arte …
Forse é per questo che non mi piace essere fotografato. Perché provo quella sensazione di inautenticità. Non sarò mai me stesso, ma un mix di punti di vista.
Io mentiró a chiunque guarderà quella foto.

Ad alcuni piacerò, ad altri no. Ma sarà comunque una menzogna.

Ma se trovassi un grande ritrattista?
Se vedendo la foto potessi riconoscermi? Davvero?
Che soddisfazione sarebbe!

Forse é solo per questa tenue speranza, per questa piccola probabilità, che vale la pena mettersi in posa.
Ogni tanto.
Ed appendere questa speranza a quel “click” in grado di squarciare in un instante quel pesante velo di inquietudine.

In questa pagina qualche ritratto…