Quante volte vi è capitato di essere stati invitati a vedere le foto di un amico?
Un matrimonio, una gita fuori porta, una passeggiata in città…
Molte volte: così vi ritrovate davanti ad uno schermo, o magari davanti ad un album, con il vostro amico così pieno di entusiasmo da rendervi impossibile ogni via di fuga.
Il fatto è che molto spesso quelle immagini non si rivelano poi così entusiasmanti: e non vi spiegate nemmeno l’eccitazione del vostro amico. E a volte, quella serie interminabile di immagini, diventa anche noiose.
E la stessa cosa vale quando sfogliate il portfolio di un fotografo su Internet.
Centinaia o migliaia di foto che di certo non vi tolgono il fiato.
In realtà quelle immagini sono la sintesi bidimensionale di una intensa esperienza che è stata vissuta dal fotografo. Altro discorso è riuscire a comunicare ad un altro la stessa esperienza.
Quel vostro amico vorrebbe condividere con voi il momento che ha vissuto, ma la sola rappresentazione di questo momento non può trasmettere quello che è stato realmente visto e sentito da lui.
Più o meno.
Perché la fotografia più grande, la fotografia più autentica, è quella che ritrae un momento ordinario e lo rende straordinario (lo dico sempre ed insisto).
Esattamente lo scopo della street photography,
Attenzione
Sensi sempre all’erta: allenatevi a vedere oltre l’ordinario.
Chiedetevi come mai le vostre foto migliori sono quelle scattate in un posto esotico, lontano dalla routine di casa: perchè siete rilassati ed attenti ad ogni dettaglio. Siete in grado di guardare le cose con occhio indagatore, perchè ogni scena, per voi, potrebbe essere una novità.
Ma se sfruttate questa abilità tutti i giorni, potrete scoprire insospettabili momenti straordinari intorno a voi. Magari quando siete in coda alla posta, o aspettate fuori dalla scuola che vostro figlio vi esca di corsa.
Rilassate gli occhi, fate un respiro profondo e guardatevi intorno con disinvoltura.
Questa bambina ha osservato a lungo e con molto interesse il madonnaro all’opera. Fino a che non si accucciata come lui, ha preso un gessetto ed ha realizzato la sua prima opera di strada.
Vi serve comunque una certa disciplina: magari non cedete alla tentazione di controllare il vostro smartphone ad ogni fermata del bus. Invece guardatevi intorno: prendete coscienza di ciò che state vedendo e vivendo.
Questo venditore ambulante si è dimostrato bravo quanto una provetto majorette.
Valutate il soggetto
Colori, forme, dimensioni. Certo.
Luce, ovvio.
Ma anche i materiali, le textures e la natura dei soggetti.
Una persona? Rilassata o nervosa? Un oggetto? Rigido, spigoloso, fresco al tatto? Bagnato o polveroso?
Quali sentimenti sono evocati dal vostro soggetto: stupore, intimità, paura, ironia?
Le domande possono essere innumerevoli, e più se ne fanno, più l’immagine sarà adeguata all’esperienza che volete tramettere.
Come questo personaggio che fa la pipì nel cestino…
Cambiate il punto di vista
In genere scattate le vostre foto con il soggetto frontale. E voi state in piedi, con la camera all’altezza degli occhi.
Un modo accurato per riprendere una scena, ma spesso poco efficace.
Rompete queste regole. Girate intorno al soggetto. Guardatelo dal basso (magari una ripresa dal basso aggiunge un timore referenziale verso il vostro soggetto), o dall’alto.
Non usate lo zoom: mouovetevi. Avvicinatevi e allontanatevi.
A volte, anche le spalle di un soggetto, sono in grado di mostrarne un lato interessante.
Cambiate le linee prospettiche.
Nella foto in basso ho cercato di vedere il mondo con gli occhi di un cane che ha passeggiato con me per tutto il pomeriggio.
Guardando in alto mentre si entra in un sottopasso, mi è stato possibile sfruttare varie linee diagonali per realizzare una immagine inusuali
Considerate cosa includere o escludere
La fotografia è in grado di manipolare fortemente la realtà: basta tagliare fuori dal frame alcuni elementi, o enfatizzarne altri. Avete una grande responsabilità. La scelta di cosa riprendere è la decisione più importante nel racconto di una storia.
La foto accanto, sepur in bianco e nero, trasmette il calore e la fatica di un laboratorio di un fabbro. In realtà ero in una fiera di paese all’aperto in un tardo pomeriggio di dicembre. E’ bastato stringere sul soggetto, enfatizzare il fuoco ed escludere i centinaia di curiosi che giravano intorno.
Ci vuole molta pratica per essere in grado di progettare e realizzare rapidamente una foto in grado di raccontare una storia, di attrarre chi la guarda e condividere le vostre esperienze.
Non ci sono delle vere e proprie regole, ma è necessaria molta molta pratica.
E voi, avete mai fatto una foto straordinaria immortalando un momento ordinario?
Oggi leggo questo articolo, nello stesso giorno in cui sento che nell’attentato in Burkina Faso è morta una fotografa marocchina molto apprezzata, Leila Alaoui. Che stava realizzando un servizio fotografico sul tema della violenza sulle donne.
Questa fotografa, giovanissima per altro, aveva affermato che ogni sua foto era frutto di un lungo studio del soggetto, che permettesse di eseguire uno scatto che potesse esprimere per intero il soggetto nel suo mondo, nel suo contesto. Quindi, come nel tuo esempio dell a”bambina madonnara”, il singolo scatto è espressione di un flusso di vita, e non solo di un istante.
Voglio usare questa coincidenza come omaggio per una ragazza meravigliosa, morta per un motivo demente.
http://www.theguardian.com/world/2016/jan/20/leila-alaoui-burkina-faso-terror-attack-al-qaida
Lo scritto in questione tratta argomenti interessanti e da idea di alcune (sono alcune) delle peculiarità della “Street Photography”; le immagini invece, non sono altrettanto centrate e risultano piuttosto distanti dalla “Street Photography”. Sono immagini piuttosto comuni e non trasmettono ne comunicano quel qualcosa che un “Soggetto Street”, se ben colto, deve riuscire a comunicare.