Devo spiegare ad un gruppo di studenti di un corso base di fotografia i principi della street photography.
Così, giusto per chiudere il corso in modo diverso.
In meno di due ore.
Mi sembra una bella iniziativa.
E ringrazio Giacomo per l’occasione e per la sua volontà di sponsorizzare un genere che amo molto.
E’ come con la musica:
queste persone hanno imparato che esistono sette note.
Hanno imparato a trovarle sulla tastiera del pianoforte o della chitarra.
Ora però hanno bisogno di ascoltare un po’ di musica. Con un orecchio diverso, più attrezzato.
E magari sceglieranno il genere che vorranno suonare in futuro: rock, pop, classica. Magari tutti insieme. O un mix di questi.
E io oggi farò ascoltare jazz.
Tanto jazz.
Arriva dagli Stati Uniti.
Ma è la contaminazione delle tradizioni di tutti i popoli.
Ha un ritmo sincopato.
Rompe le regole.
E’ figlio della improvvisazione.
E’ difficile da interpretare.
Lo ami.
O lo odi.
Sembra che i musicisti cerchino di mettere ordine al caso.
La street photography è la ricerca di ordine nel caos.
La street photography è jazz.
Stasera si ascolterà tanto jazz.
Grazie a te Alex per la bellissima lezione. Come ben sai questo genere di fotografia è divenuta la mia preferita da qualche tempo a questa parte in modo del tutto "naturale", reputandomi un reportagista, e certamente grazie al tuo aiuto.
Da amante del jazz (e della fotografia) non posso che apprezzare questo paragone! 🙂