La prima caratteristica di un obiettivo è la sua lunghezza focale, che si esprime in millimetri.

Intuitivamente si capisce che la lunghezza focale determina l’ampiezza dell’immagine, il suo angolo di campo e di conseguenza anche il fattore di ingrandimento. Intuitivamente.

San Galgano
27mm (equivalente)
Casentino
105mm (equivalente)

Intuitivamente, meno millimetri ci sono, maggiore è l’immagine che si riesce a riprendere.
Più millimetri ci sono, meno estesa è la porzione di immagine, e di conseguenza è possibile anche ottenere un fattore di ingrandimento rispetto a ciò che si vede ad occhio nudo.
D’altra parte, con focali corte, potrei essere costretto ad avvicinarmi di più alla scena, mentre con focali lunghe potrei rimanervi distante (a patto che le linee prospettiche, che cambiano, mi vadano bene).

Da qui. Immagine 10mm “Fish-eye”

Ogni focale, infatti, ha le sue linee prospettiche: più è ampio il quadro, più le linee prospettiche diventano cadenti, estreme, quasi a deformare l’immagine. Più si stringe l’angolo di campo e più i piani si appiattiscono e si perde profondità. Portando l’idea all’esasperazione, con una focale di 10mm (obiettivo detto “Fish-eye“) è possibile guardare quasi a 180° deformando le linee prospettiche come su una sfera.
(Esistono molti software (tra cui Photoshop) che correggono le linee prospettiche, addirittura pescando le informazioni direttamente dalla foto tramite i dati EXIF: ma questa è un’altra storia).
Se poi volete strafare, procuratevi un obiettivo decentrabile.

L’immagine viene da qui

Intanto cominciamo con il dire che la lunghezza focale non è correlata con la lunghezza fisica dell’obiettivo, ma è la distanza tra il centro ottico dell’obiettivo ed il sensore (o la pellicola). Poco importante, ai fini pratici, anche se conoscere la posizione del centro ottico di un obiettivo potrebbe fare molto comodo. Trovate definizioni e formule un po’ ovunque.

Prendiamo a riferimento una macchina 35mm o una digitale full-frame (sensore e pellicola hanno la stessa dimensione di 24x36mm): la dimensione della pellicola o del sensore, infatti, è fondamentale per poter determinare l’effetto della lunghezza focale su una foto. Se siete fortunati, quando acquistate un obiettivo per qualsiasi macchina, troverete tutti i valori riportati ad una macchina 35mm equivalente: questa prassi è comoda, e vi da la possibilità di confrontare tecnologie differenti.

Un obiettivo 50mm si dice “normale“: equivale alla vista umana, sia in termini di ampiezza, sia in termini di linee prospettiche. Più o meno.
Il 50mm è un obiettivo che mai dovrebbe mancare, perchè è di fatto il vostro occhio in più, dagli effetti naturali. Per decenni, i fotografi hanno scattato con il solo 50mm. basti pensare all’immensa opera di Cartier-Bresson.

Tutti gli obiettivi con lunghezza focale inferiore (ad esempio un 18mm o un 35mm) si chiamano grandangoli: ed in effetti sono in grado di abbracciare angoli molto più ampi di quanto non si possa fare ad occhio nudo, e quindi vi regalano immagini estese.
Tutti gli obiettivi con lunghezza focale superiore al 50mm (ad esempio 85mm o 300mm) si chiamano teleobiettivi. Questi vi regalano dettagli e fattore di ingrandimento.

L’immagine viene da qui.

Esistono poi gli zoom, obiettivi che hanno una escursione focale variabile. Comodi, per certi versi: potete evitare, ogni volta, di smontare e rimontare le lenti sulla camera: basta agire sull’obiettivo per cambiare la lunghezza focale a piacere (ma attenzione al cambio delle linee prospettiche!).

Spesso poi trovate anche indicata la parola Macro: questi obiettivi, normalmente, permettono distanze di messa a fuoco molto piccole e fattori di ingrandimento molto alti. Ne trovate in giro di tutte le focali, da 50mm a 200mm. In questi obiettivi è possibile che un un oggetto di un centimetro sia impressionato sulla pellicola proprio con la sua stessa grandezza, un centimetro: si parla di rapporto 1:1 tra la dimensione del soggetto e la sua immagine sul sensore. ma questa è un’altra storia.

Da qui.

E’ necessario a questo punto fare alcune precisazioni importanti.
Se non possedete una macchina 35mm (o equivalente, tipo una digitale full-frame), è necessario capire come utilizzare tutti i dati appena snocciolati.

Proviamo con un esempio: consideriamo una camera digitale con sensore APS-C (diffusissimo su Nikon e Canon). La sua dimensione non è 36×24, ma è più piccolo: 24x16mm.

Se montate, ad esempio, un obiettivo 50mm, rispetto ad una fotocamera 35mm riprendete una porzione di immagine più piccola. Avete un effetto “crop” e di conseguenza un effetto di ingrandimento. Attenzione, le linee prospettiche sono quelle di un 50mm, ma il fattore di ingrandimento è pari a quello di un 75mm (in questo caso fattore di crop è di 1.5x). Quando comprate una camera, quindi, chiedete sempre il fattore di crop, in modo da confrontare i vari obiettivi.
Per farvi un’idea, in molte compatte, trovate sensori anche di 5x4mm (piccolissimi).

Questo ha diverse implicazioni.

La prima, fondamentale, è che nessun obiettivo è realmente confrontabile al corrispondente su una camera 35mm. Il meccanismo serve per darvi una idea di base.
La seconda implicazione è che gli obiettivi sui sensori piccoli, per ragioni costruttive, permettono distanze di messa a fuoco piccolissime e  grande profondità da campo, anche a focali lunghe. Non stupitevi quindi se alcune compatte economiche scatteranno immagini “quasi impossibili” per la vostra povera reflex dotata di un obiettivo standard. Ma anche questa è un’altra storia.

Tutto ciò però non è sufficiente per capire quale obiettivo utilizzare in quale occasione, e questo blog non basterebbe. Se proprio fosse necessario fornire una indicazione di massima, allora accontentatevi di questo:

  • Lenti normali (40-55mm): deformano poco ed hanno una buona profondità di campo. Ottime per reportage in città e ritratti embientati. Ma anche utili in interno.
  • Grandangoli (8-40mm): ottimi per architettura, paesaggi e reportage specialistici. Ottimi in interno. Hanno una grande DoF.
  • Tele medi (55-200mm): ottimi per ritratti, visto che hanno anche una ridotta profondità di campo, che isola i soggetti. Utilissimi se anche macro.
  • Tele spinti (200-400mm): sport e animali selvatici.
In relazione alla qualità, solo una osservazione del tutto personale: diffidate di zoom con troppa escursione focale. Sono praticissimi se andate in ferie e avete bisogno di portare con voi poco peso e poco ingombro. Ma io consiglio, in questo caso, una buona compatta.
Se potete, dotatevi di pochi ma buoni obiettivi a focale fissa.