Negli ultimi 3 anni mi sono affidato alla consulenza di qualche esperto.
Ne ho sempre ricavato qualche piccolo fastidio, come la necessità di dimostrare, carte alla mano, ciò che per me è sempre stato ovvio.
Quest’anno mo lo faccio da solo.
Il 7 e 30.
In effetti è una esperienza interessante: una specie di bilancio di un anno trascorso a mettere da parte ricevute e documenti.
Ti rendi conto, per cominciare, di quanto tu abbia guadagnato, e quanto tu abbia perso rispetto all’ultimo anno.
Così passi qualche ora a rimuginare sul fatto che lo stipendio, in un contratto di dipendenza ed in un mondo normale, dovrebbero aumentare e non diminuire. O almeno dovrebbe aumentare il suo potere di acquisto.
Ti rendi conto di come una casa che dovrebbe essere un diritto acquisito possa invece sembrare un lusso. Dimenticando però che è ancora, di fatto, di proprietà della banca.
E poi arriva il momento di rispolverare gli scontrini della farmacia, le fatture del dentista, le tasse pagate al sistema sanitario per l’assicurazione della macchina.
E poi devi dividerti il figlio: a me è toccato il 50%.
Non so di preciso quale parte in questo 50%. Ma il resto ce l’ha mia moglie.
Il che è tranquillizzante.